Come cambiano i contratti di lavoro

Uno dei decreti attuativi della riforma del mercato del lavoro, meglio nota come Jobs Act, riguarda i contratti di lavoro. Quali sono i cambiamenti principali per le imprese? Il d.lgs. 81/2015 è intervenuto per rendere più flessibili alcune forme di lavoro subordinato. Ad esempio, è stata semplificata la disciplina delle proroghe del contratto a tempo determinato e sono stati diversamente disciplinati i limiti numerici di tali contratti, prevedendo condizioni più favorevoli alle assunzioni di lavoratori over 50 e alle start up innovative. Anche il contratto part time è stato interessato da alcune semplificazioni rispetto all’articolazione oraria del rapporto di lavoro. Tuttavia, lo strumento più innovativo introdotto dal Jobs Act riguarda la disciplina delle mansioni, secondo la quale un lavoratore può essere assegnato a qualunque mansione del livello di inquadramento, purché rientranti nella medesima categoria e non più soltanto a mansioni “equivalenti”, cioè che implicano l’utilizzo della medesima professionalità. In presenza di processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale e negli altri casi individuati dai ccnl, l’impresa potrà modificare le mansioni di un lavoratore fino a un livello, senza modificare il suo trattamento economico. Infine è prevista la possibilità di accordi individuali in sede protetta, tra datore di lavoro e lavoratore che possono prevedere la modifica anche del livello di inquadramento e della retribuzione al fine della conservazione dell’occupazione, dell’acquisizione di una diversa professionalità o del miglioramento delle condizioni di vita.